Navigando su reddit e forum specializzati in edilizia e serramenti si incontrano tante richieste di aiuto per problemi di umidità e macchie di muffa sui muri. Quello che si nota in particolare è un aumento di criticità nelle case di chi ha installato un cappotto termico di recente e/o sostituito i serramenti.
Spesso gli utenti attribuiscono il problema alle finestre o al cappotto. Si leggono commenti come “le nuove finestre fanno venire la muffa”, “il cappotto termico fa venire la muffa”. Ma le cose non stanno così.
Ma quali sono le cause di questi problemi? E come possiamo intervenire per mitigarli? Ne parliamo in questo articolo dedicato a come ottenere la giusta umidità in casa e mitigare, quando presenti, errori di installazione o progettazione di infissi e isolanti. Rifletteremo su cause, prevenzione e soluzioni dal punto di vista degli addetti ai lavori.
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Qual è l’umidità giusta per la casa?
L’umidità ideale in casa si colloca tra il 40% e il 60% quando la temperatura si mantiene tra i 18 e i 22°C.
Non esiste un valore assoluto: quello che conta è il giusto equilibrio tra temperatura e tasso di umidità. Al di sotto del 40% l’aria diventa troppo secca, irritando le mucose e facilitando la proliferazione di batteri e virus.
Sopra il 70%, invece, si può formare condensa sulle parti più fredde dell’edificio, creando le condizioni ideali per la crescita della muffa.
Va inoltre considerato che l’aria calda può contenere più vapore acqueo rispetto all’aria fredda: quando l’aria calda e umida incontra una superficie fredda, perde la capacità di trattenere il vapore e lo deposita sotto forma di condensa.
È proprio questo il meccanismo che sta alla base dei problemi di umidità dopo interventi di efficientamento energetico.
Perché si verifica un aumento dell’umidità dopo l’installazione dei nuovi serramenti e/o del cappotto termico
I nuovi infissi (quando sono installati correttamente ) migliorano le prestazioni isolanti della casa. Spesso le sostituzioni avvengono su edifici molto datati, non progettati per un isolamento termico attuale e che necessitano delle attenzioni particolari.
Il calore viene contenuto, riducendo le dispersioni. Ma rimane in casa anche l’umidità che, accumulandosi, diventa causa di criticità. Il cappotto termico può esacerbare la situazione, creando un involucro ancora più continuo e isolato.
Se da un lato blocca l’umidità esterna, dall’altro trattiene l’umidità interna che in precedenza poteva fuoriuscire attraverso un precario isolamento. Se a questa situazione di base si aggiungono ponti termici irrisolti, o installazioni non corrette di cappotto o serramenti, ecco che ci troviamo di fronte a situazioni complesse, con macchie di muffa importanti destinate ad espandersi.
Ma quindi le case sono troppo isolate?
No, manca per prima cosa una corretta gestione del ricambio d’aria. L’isolamento non è il problema, anzi è fondamentale per il comfort e l’efficienza energetica. Se ci sono ponti termici o discontinuità nell’involucro edilizio, quei punti, più freddi, diventano un ricettacolo di umidità e muffa. Con una casa ben isolata, infatti, i pochi punti deboli diventano ancora più critici: l’aria calda e umida si sfoga proprio in quelle fessure e fa condensa nei punti che rimangono freddi.
Qual è il periodo più a rischio muffa
L’autunno è uno dei periodi più complessi per la muffa. Con l’arrivo della stagione fredda, molte abitazioni iniziano a mostrare i segni tipici dei problemi legati all’umidità: condensa sui vetri, macchie scure negli angoli delle pareti e odore di muffa. Spesso ci sono forti precipitazioni, che aumentano l’umidità esterna, ma non si usa ancora il riscaldamento in modo continuativo.
Con l’arrivo dell’inverno le criticità diventano altrettanto complesse. Tendiamo a tenere le finestre chiuse per mantenere il calore, accumulando umidità negli ambienti. Il riscaldamento aumenta la temperatura interna, e questo calore, entrando in contatto con gli elementi freddi dell’abitazione, genera il fenomeno della condensa.
Come possiamo risolvere un problema di umidità e muffa
Per prima cosa dobbiamo intervenire sul ricambio d’aria. Negli interventi di oggi il ricambio d’aria andrebbe sempre progettato e pianificato. Quando installiamo un serramento ad altissime prestazioni, magari con cappotto termico, è importante preparare il cliente a una gestione corretta dell’aria di casa.
Il metodo più efficace è spalancare le finestre per 10-15 minuti, più volte al giorno. Questo tipo di aerazione d’urto consente un sufficiente ricambio d’aria umida con l’aria esterna. Lasciare aperta la finestra a ribalta per ottenere la cosiddetta “microventilazione” non produce lo stesso effetto. Gli ambienti con umidità più elevata, come bagni e cucine, dovrebbero essere arieggiati più spesso, soprattutto dopo la doccia, l’asciugatura del bucato o dopo aver cucinato.
È fondamentale dotarsi di un igrometro per monitorare costantemente i livelli di umidità in casa. Questo strumento, economico e facilmente reperibile, permette di sapere quando l’umidità diventa eccessiva e intervenire tempestivamente con l’aerazione. Mantenere l’umidità sotto controllo, anche attraverso un’apposita formazione del cliente che sceglie di installare i nuovi serramenti, è il primo passo per prevenire la formazione di muffa.
Prevenire umidità e muffa con la VMC
Per le case moderne altamente isolate, la Ventilazione Meccanica Controllata può essere una valida soluzione, in particolare quando, per ragioni pratiche, non è possibile ottenere una ventilazione efficace.
Questa macchina ricambia e filtra continuamente l’aria in modo automatico, eliminando il problema dell’umidità alla radice. La VMC funziona aspirando costantemente l’aria viziata e umida dagli ambienti interni e immettendo aria fresca proveniente dall’esterno. I modelli più avanzati, dotati di recupero di calore, trasferiscono l’energia dall’aria in uscita a quella in ingresso, evitando dispersioni termiche e mantenendo l’efficienza energetica. Il consumo è ridottissimo, circa 40 Watt, e l’impianto va tenuto sempre acceso per garantire risultati ottimali.
I vantaggi della VMC sono tanti: elimina la condensa e previene la formazione di muffa, filtra pollini e particolato migliorando la qualità dell’aria, e consente di mantenere l’umidità ideale senza dover aprire le finestre.
Naturalmente dobbiamo verificare la fattibilità dell’intervento. In alcuni casi non ci sono spazi o pareti adeguate alle sua installazione.
Possiamo intervenire anche sugli errori di progettazione/installazione?
In alcuni casi sì. Se il cappotto termico è stato installato male, le opzioni dipendono dalla gravità degli errori. I problemi più comuni riguardano l’inadeguato accostamento dei pannelli isolanti, che lascia fessure. Intervenire si può ma necessita spesso degli interventi complessi.
Per quanto riguarda i ponti termici nel vano finestra, esistono diverse soluzioni mirate. Il davanzale passante, uno dei problemi più frequenti, può essere risolto tagliandolo e inserendo tra le due sezioni un materiale isolante che blocchi la trasmissione del calore.
- I cassonetti delle tapparelle andrebbero sostituiti con modelli già coibentati, oppure rivestiti internamente con pannelli isolanti specifici.
- Se presente un controtelaio metallico, andrebbe sostituito con uno in materiale termoisolante o, in alternativa, si può realizzare un taglio termico sul perimetro per interrompere la continuità termica.
- Infine, è fondamentale sigillare accuratamente i raccordi tra cappotto e serramenti: basta una fessura di pochi millimetri per creare criticità importanti.
Si tratta di interventi di media complessità e invasività. Come sempre la corretta progettazione è il vero antidoto ai problemi. Ci permette di lavorare bene a monte, prevenendo questo tipo di criticità.
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Consulente tecnico ed energetico infissi, isolamenti e VMC
Docente Corso di Alta Formazione sulle Patologie Edilizie
Docente Legno Legno per la qualifica EQF4 sulla posa infissi
Professionista per la posa in opera degli infissi di Qualità Casaclima
Membro del Comitato Tecnico UNI/CT 033/GL 12
“Finestre, porte, chiusure oscuranti e relativi accessori”
