” Le nuove finestre sono troppo ermetiche e fanno venire umidità e muffa. Sto provando a risolvere lasciando aperta l’anta ribalta nella stanza. Mi hanno detto che così faccio microventilazione, la casa respira e non si accumula più umidità. “
Sono le parole di Marco che mi ha chiesto consiglio per risolvere un problema di umidità in casa. Di recente ha installato le nuove finestre nella sua abitazione anni 70 e si è trovato rapidamente con un problema di condensa molto marcato. Ha provato a risolvere con la microventilazione, ma il problema sembra persistere.
Approfitto della sua richiesta per sfatare alcuni falsi miti, come quello della microventilazione, proponendo soluzioni pratiche, come la ventilazione a riscontro e l’uso di un semplice igrometro per mantenere la casa salubre senza sprecare energia.
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“Le finestre sono troppo ermetiche e fanno venire la muffa”
Quello che dice Marco non è corretto. I serramenti a tenuta d’aria non sono un problema, ma un importante vantaggio: evitano la dispersione di calore verso l’esterno, impediscono l’ingresso incontrollato di aria esterna – spesso fredda o inquinata – e permettono di gestire il ricambio d’aria in modo consapevole e mirato. La chiave sta nel sapere quando e come arieggiare.
L’umidità è un elemento inevitabile nella vita quotidiana. Attività come cucinare, fare la doccia o semplicemente respirare rilasciano vapore acqueo nell’aria, che tende ad accumularsi negli spazi chiusi. Se non controllata, questa condizione può portare a problemi come muffa, cattivi odori o un’aria viziata, ricca di CO2.
“La microventilazione previene umidità e muffa”
Un’idea diffusa è che la microventilazione – ovvero lasciare le finestre socchiuse, magari con l’anta ribalta, per lunghi periodi – sia una strategia efficace per “far respirare” la casa. Le cose non stanno così.
Questo metodo, anche se può sembrare efficace, non garantisce un ricambio d’aria adeguato. L’aria interna non viene sostituita in modo corretto, mentre il calore interno si disperde lentamente ma costantemente. Il risultato? La casa si raffredda, i consumi energetici aumentano e l’umidità rimane intrappolata.
La microventilazione è quindi un falso mito: non risolve il problema della qualità dell’aria e comporta sprechi energetici importanti.
Marco l’ha capito per esperienza diretta. Anche lasciando l’anta ribalta aperta il suo problema di umidità in casa non si è risolto. Anzi le pareti tendono a raffreddarsi, creando ancora più condensa intorno alle finestre.
Come ottenere un corretto ricambio d’aria con la ventilazione a riscontro
Per ottenere un ricambio d’aria efficace dobbiamo effettivamente “ricambiare” l’aria interna all’abitazione. L’aria esterna deve entrare abbondantemente sostituendo in modo completo quella interna e portando via umidità e sostanze nocive.
Il metodo più efficace è quella che prende il nome di ventilazione a riscontro. Consiste nello spalancare completamente le finestre per un breve periodo – generalmente 5-10 minuti – creando un flusso d’aria che attraversa l’ambiente.
Se apriamo contemporaneamente due finestre su lati opposti della casa, si genera una corrente che spinge fuori l’aria viziata e introduce aria fresca e pulita. Questo approccio elimina umidità e CO2 senza lasciare il tempo alle stanze di raffreddarsi eccessivamente, riducendo al minimo la dispersione di energia. La ventilazione a riscontro indicata in modo particolare nei mesi freddi, quando è fondamentale bilanciare qualità dell’aria e risparmio energetico.
Perché l’igrometro dovrebbe essere in ogni casa
Ma come capire quando è il momento di arieggiare? Qui entra in gioco un dispositivo semplice quanto importante: l’igrometro. Questo strumento misura il livello di umidità relativa nell’ambiente aiutandoci a capire quando è necessario ricambiare l’aria.
Gli esperti consigliano di mantenere l’umidità interna tra il 40% e il 60%: sopra il 60% è necessario ventilare per evitare la formazione di muffa, mentre sotto il 40% l’aria diventa troppo secca, con possibili effetti negativi su salute e comfort.
Usare un igrometro è facile: basta controllare il valore e, se supera la soglia critica, procedere con un ricambio d’aria. In questo modo, si evita di arieggiare inutilmente o, al contrario, di lasciare che l’umidità si accumuli.
Per il problema di Marco queste soluzioni dovrebbero essere efficaci. A patto di avere un’edificio che consenta un valido riscontro d’aria.
Come la VMC può aiutarci ad arieggiare la casa in modo corretto
In base alla struttura della casa possiamo trovarci a gestire ambienti dove il riscontro non è possibile. Non sempre abbiamo due finestre che possono creare un flusso d’aria efficace.
In questi casi può essere necessaria la ventilazione meccanica controllata, o VMC, uno strumento che abbiamo incontrato spesso su queste pagine.
La VMC ci permette di gestire il ricambio d’aria in modo automatico, estraendo l’aria interna e immettendola quando necessario. Può essere utile in ambienti molto umidi e ci permette di mantenere gli ambienti salubri riducendo al minimo la dispersione termica.
Conclusioni
Come abbiamo visto, i serramenti non sono troppo ermetici, devono solo essere supportati da un ricambio d’aria corretto.
Sfatare falsi miti come quello della microventilazione è importante. Serve a rendere le persone, come nel caso di Marco, più consapevoli, prevenendo pratiche errate che possono causare problemi dopo l’installazione dei nuovi serramenti.
Il ricambio d’aria deve essere sempre gestito con precisione e attenzione, meglio se guidato da un igrometro. Le soluzioni più efficaci sono la ventilazione a riscontro e, in casi particolari, l’utilizzo della VMC puntuale.
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Consulente tecnico ed energetico infissi, isolamenti e VMC
Docente Corso di Alta Formazione sulle Patologie Edilizie
Docente Legno Legno per la qualifica EQF4 sulla posa infissi
Professionista per la posa in opera degli infissi di Qualità Casaclima
Membro del Comitato Tecnico UNI/CT 033/GL 12
“Finestre, porte, chiusure oscuranti e relativi accessori”