Installare infissi in luce porta con sé una serie di problematiche che devono essere considerate attentamente.
Quando ci troviamo di fronte a un vano murario perfettamente dritto, da paraspigolo interno a paraspigolo esterno, deve suonare il campanello d’allarme. I problemi che si presentano vanno oltre quello che possiamo fare con i prodotti di posa, anche se prestazionali e correttamente applicati.
Ne ho parlato nel canale Telegram Tutorial Infissi e Serramenti che trovi qui: https://t.me/tutorialinfissieserramenti
Questo tema è stato postato anche sul mio profilo Linkedin ed ha catturato l’attenzione di alcuni esperti che hanno dato il loro parere.
Marco Stecca, Valentino Terenzio e Fabrizio Agosti di Agosti Nanotherm srl hanno animato una discussione interessante. La trovi qui.
Nell’articolo affronto la questione della posa in luce in sostituzione e del perché è sempre meglio evitarla per tutelare le prestazioni degli infissi. Parlerò anche di un mio intervento del 2000 e di come ho gestito le criticità di un’installazione di questo tipo.
Stiamo parlando di casistiche che ricorrono spesso nella sostituzione di infissi esistenti. Nelle nuove costruzioni è raro che accada ancora.
Indice dei contenuti
Quali sono i problemi dell’installazione in luce
Possiamo usare in modo corretto nastri termoespandenti, polimero, schiuma, barriere. Per quanto progettiamo e lavoriamo sull’isolamento, rimane una cosa che non si può cambiare: la conduzione dell’intonaco “passante”.
Nel disegno sotto puoi vedere una freccia rossa che viaggia nell’intonaco. Serve a evidenziare che l’intonaco è “passante” e non ha interruzioni.
Abbiamo un elemento unico che connette interno ed esterno, un campanello d’allarme che non possiamo assolutamente ignorare.
L’assenza di una battuta e di un elemento che possa migliorare questo punto così delicato porta a un’installazione tremendamente cagionevole che compromette termica e acustica, oltre a causare le criticità che vedremo.
La storia di un’installazione infissi in luce dell’anno 2000
Nel 2000, un anno dopo che ho iniziato a lavorare, mi sono trovato a gestire un problema di questo tipo.
Ho realizzato un’installazione in luce per un cliente. L’ho fatto curando con attenzione gli isolamenti, utilizzando tutto quello che serviva per ottenere un risultato performante.
Nonostante l’attenzione data mi sono ritrovato con delle macchie di umidità intorno alla spalletta interna, nel punto dove il telaio si congiungeva con la muratura.
Era il 2000 e le mie conoscenze erano quelle che erano. Lavoravo da un solo anno e la mia preparazione a queste problematiche non era quella di adesso. Volevo però capire e risolvere questa criticità.
Per farlo ho eseguito subito delle verifiche. Tutto sembrava a posto a livello di posa in opera, silicone e sigillanti tenevano e il vano sembrava isolato correttamente.
La conclusione è stata che, durante gli episodi di pioggia battente, l’intonaco si bagnava completamente, portando l’umidità verso l’interno. Umidità che finiva per bagnare le spallette interne.
Ad amplificare il problema era l’assenza di persiane esterne; c’era solo uno scuretto dal lato interno come accade spesso nelle nostre case toscane.
Per fortuna l’installazione era recente, non c’erano quindi ancora problemi di muffa e marcescenza, praticamente inevitabili sul lungo termine.
Una volta capita la causa del problema ho iniziato a lavorare ad una soluzione. Anche con le conoscenze dell’epoca c’erano comunque delle malizie da utilizzare.
Sono sempre stato dell’idea che quando fai un errore “e lo risolvi pagando a tue spese” entra in te un’esperienza che poi rimane nel tempo.
Come intervenire su un’installazione in luce per mitigare le criticità
Un problema di questo tipo (quando sostituisci vecchi infissi) non si risolve togliendo il serramento ed installando un controtelaio.
Se a sinistra e a destra potevo anche modificare le spallette per installare il controtelaio, nella parte superiore c’erano le architravi che non potevo cambiare. Altre possibili modifiche avrebbero inciso sulla luce architettonica dell’infisso, in poche parole avevo le mani legate.
Ecco la strategia che ho utilizzato per sistemare questa installazione in luce: dopo aver rimosso tutti gli infissi installati, ho eseguito un intervento direttamente sulla muratura. Un taglio termico di circa 3 cm (sia in profondità che in spessore) con l’applicazione di un isolante nello spazio creato. In questo modo ho ottenuto una suddivisione che interrompe la conduzione dell’intonaco, proprio come avviene con il taglio termico inferiore, quello del 4° lato.
Di fronte a un criticità di questo tipo la cosa importante è staccare la conduzione dell’intonaco. Interno ed esterno devono vivere la loro vita separatamente perché fanno due lavori completamente diversi.
Conclusioni
L’installazione in luce degli infissi espone a criticità importanti.
È sempre meglio evitarla, preferendo delle battute che ci consentono di migliorare le prestazioni d’insieme, sempre lavorando con cura sui giunti di posa, in conformità con la norma UNI 11673-1.
Come abbiamo visto, alcuni problemi dell’installazione in luce si possono mitigare. Rimane comunque un tipo di posa meno efficace e con una propensione alle criticità.
Risorse utili
Il quadro complessivo della norma UNI 11673 nelle sue quattro parti
Cosa dice la norma UNI 11673-1 per la progettazione della posa in opera dei serramenti
Cosa dice la norma UNI 11673-2 formazione e qualifiche del posatore di serramenti
Cosa dice la norma UNI 11673-3 per i corsi di posa in opera dei serramenti
Cosa dice la norma UNI 11673-4, requisiti e criteri di verifica della posa in opera serramenti
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Socio Fondatore I.N.D.E.P. Patologia Edilizia
Consulente tecnico ed energetico infissi, isolamenti e VMC
Docente Corso di Alta Formazione sulle Patologie Edilizie
Docente Legno Legno per la qualifica EQF4 sulla posa infissi
Professionista per la posa in opera degli infissi di Qualità Casaclima
Membro del Comitato Tecnico UNI/CT 033/GL 12
“Finestre, porte, chiusure oscuranti e relativi accessori”